Passa in Consiglio Comunale il Bilancio-Consuntivo del 2015. L’assiste di Palazzo Spada ha approvato il rendiconto di gestione con 21 voti a favore ed 8 contrari. Di fatto quindi certificazione del passivo dei 3,5 milioni di euro. Approvato (con le stesse cifre) anche l’atto di indirizzo presentato in apertura della seduta dal capogruppo del Pd Andrea Cavicchioli, con il quale il consiglio comunale “impegna il sindaco e la giunta ad ottemperare alle prescrizioni, indicazioni e osservazioni dell’organo di revisione contabile, ponendo in essere i necessari atti e adempimenti per ogni profilo e settore e segnalato, tramite azioni di carattere organizzativo ed economico-finanziario in grado di affrontare concretamente le situazioni e le criticità avanzate”.
PIACENTI – Così l’assesore Piacenti D’Ubaldi: “”Quando parliamo di atti fondamentali della gestione di un ente locale non deve sfuggirci che il bilancio, seppur costituito di numeri è anche fatto di amministrazione e di politica. Non dobbiamo dimenticare – ha detto – che il 2015 è stato un anno difficilissimo per gli enti locali, il peggiore, perché non solo ci troviamo dentro una crisi economica generale, ma perché abbiamo subito una riduzione generalizzata dei trasferimenti, con nuove regole contabili che hanno determinato obblighi cogenti e con l’introduzione del cosiddetto pareggio di bilancio, che impone un salto culturale nella gestione delle finanze locali. Quando si fa riferimento al pareggio di bilancio – ha aggiunto Piacenti D’Ubaldi – il problema è sì l’indebitamento consolidato, ma in particolare occorre lavorare per ricostruire il perimetro dell’intervento del pubblico, in modo che sia compatibile con le nuove regole”. “Noi – ha aggiunto l’assessore – abbiamo una grande responsabilità e ne siamo fieri: dobbiamo – a fronte del nuovo quadro normativo e di un vero e proprio cambiamento culturale – cercare di risolvere problemi che non sono stati creati solo dalle amministrazioni di centro sinistra. Anche l’amministrazione Ciaurro – ha detto Piacenti – ha effettuato investimenti pari a 97 miliardi di lire”. “Il tema del risanamento dei conti del Comune riguarda dunque la città e non il centrosinistra o il Pd. Lo spirito della nuova normativa è quello di risolvere l’indebitamento eccessivo. Oggi non c’è più lo Stato che interviene a babbo morto, oggi si chiede responsabilmente ad ogni comunità di trovare al suo interno le risorse per uscire da queste situazioni”.
L’assessore ha poi sottolineato le criticità evidenziate dai revisori dei conti “che noi ben conoscevamo. Oggi hanno una radicalità maggiore: o aggrediamo alcune questioni, o facciamo scelte chiare, o la situazione non si risolve e si arriverebbe alla gestione commissariale” , ribadendo che il Comune continuerà a garantire buona qualitò, ma che i servizi devono costare meno alla società. “Sui trasporti – ha detto inoltre – non è più sostenibile che alcuni comuni umbri contribuiscano poco o nulla e comuni come Terni finanzino eccessivamente il sistema”. Piacenti poi, ricordando che il Comune è in regola sul costo del personale, ha detto che la pre Fornero va applicata entro il 31 dicembre “nella maniera più larga possibile in un sistema di equità complessiva, dai dirigenti all’ultimo dipendente, avendo presenti alcuni criteri”. “Abbiamo tutti i margini per un’operazione intelligente cercando di fare meno male possibile a chi potrebbe perdere risorse da questa operazione”. “Le economie che otterremmo sui pensionamenti ordinari potrebbero servirci per nuove assunzioni e il Comune ha molto bisogno di risorse fresche e di professionalità nuove più adatte ai tempi che corrono. La pre Fornero ci potrebbe dunque consentire, dal 2017, modeste azioni di riqualificazione della struttura del personale”.
“Sulle partecipate abbiamo la necessità di operare alcune azioni: sull’Asm – ha specificato – l’amministrazione comunale non vuole fare cassa, ma costruire un progetto industriale che le dia una prospettiva solida. Sulle farmacie occorre capire se il settore è strategico o il processo di dismissione ha un senso per migliorare la struttura finanziaria di questo ente”.
Facile ascoltare chi protesta – ha detto infine riferendosi al consiglio – occorre sistemare e aggredire i problemi, solo così arriveremo alla scadenza della consiliatura con il vento in poppa, altrimenti la gestione diventa difficile”. “Dall’opposizione – ha concluso – e in particolare dal M5S mi aspetto ogni tanto una proposta: è troppo facile fare i sindacalisti di ogni protesta della città. Se si applicassero le ricette che vengono dall’opposizione il default sarebbe arrivato da un pezzo”.
MAGGIORANZA – Sostanzialmente allineate le posizioni dei due esponenti della maggioranza che sono intervenuti nella discussione, il capogruppo Pd Cavicchioli, quello di Città Aperta Faliero Chiappini e quello di Sinistra per Terni Silvano Ricci. “I revisori dei conti – ha detto il primo -hanno comunque dato un parere favorevole, indicando una serie di azioni da porre in essere che noi condividiamo”. In questo senso secondo Cavicchioli non si può trascurare l’applicazione della pre-Fornero sul Comune, dai dirigenti a scendere, per arrivare ad una macchina amministrativa più snella”.
“Le soluzioni, secondo Chiappini – possono essere cercate con una riflessione non tanto sulle entrate tributarie, considerando le condizioni di grave disagio della nostra comunità, quanto sul patrimonio, con il percorso delle alienazioni sul quale si sta lavorando per recuperare risorse. L’altra questione riguarda la necessità d’implementare le entrate dalle partecipate, e anche sul Briccialdi – ha detto Chiappini – occorre studiare fino in fondo un piano di compatibilità finalizzato al bilancio”.
Per Silvano Ricci “i bilanci di un ente pubblico non possono essere letti solo in chiave economica. La logica dei bilanci è cambiata – ha detto – e su questo non sono d’accordo: noi dobbiamo dare risposte alla città e ai cittadini. Se ci siamo indebitati è stato anche per quello”.
CRITICHE DALL’OPPOSIZIONE – Ovviamente forti critiche dai gruppi di opposizione. Per Enrico Melasecche (I love Terni), si tratta in effetti di “un bilancio storico, frutto di quindici anni di follie che oggi vengono al pettine”. “Sono terminati gli anni in cui il Comune si indebitava con mutui contratti senza cervello e senza cuore, scaricando tutto su uno Stato che sembrava un’entità astratta”. “I bilanci degli anni scorsi – ha detto – erano falsati da giochi contabili; oggi emerge in tutta la sua plasticità il modo in cui sono stati amministrati i ternani e l’atto proposto da Cavicchioli denota la mancanza di fiducia della maggioranza nei confronti del sindaco”. “Si tratta – ha concluso – del primo bilancio con un grave doppio disavanzo, quelli precedenti ce l’avevano lo stesso, ma lo nascondevano”.
Per Francesco Ferranti (Forza Italia) “le criticità che ci si ripropongono e che perdurano nel tempo le abbiamo ascoltate molte volte insieme ai buoni propositi per risolverle, anche da parte di questa giunta, ormai da due anni. Non si vede perché si dovrebbe continuare a darle fiducia”. “L’assessore Piacenti, in commissione, ha detto che la capacità di spesa sarà limitata al necessario e agli obblighi di legge: tutto ciò evidenzia in modo palese quale sarà lo scenario futuro per questo territorio, senza progetti, idee, con la crescita del degrado. La città non avrà più un sindaco, ma un curatore fallimentare, assistito da un esecutore che sarà l’assessore Piacenti”.
Per Franco Todini (Il Cammello) “ci sono una serie di partite di esigibilità dubbie, ed è stato fatto un eccessivo ricorso alle anticipazioni di cassa”. “Ci sono considerazioni tecniche – ha detto Todini – ma anche una valutazione tombale sulla capacità di questa amministrazione di gestire le proprie risorse”. “A fronte di quanto accaduto finora l’attuale amministrazione non appare in grado di gestire manovre correttive, nel quotidiano, ma anche a livello progettuale. La macchina comunale è ferma agli anni settanta o ottanta e non appare in grado di reagire”.
Marco Cecconi (FdI) ha ricordato che l’amministrazione Di Girolamo aveva promesso di non mettere le mani nelle tasche dei cittadini. “Avevamo detto che era una bufala e avevamo ragione”. “Oggi – ha aggiunto Cecconi – si paga il peso di politiche scellerate di bilancio perpetrate per decenni che si ripercuoteranno sui tributi e sulle tariffe, ovvero sulle tasche dei ternani. Oggi c’è lo smascheramento delle bugie di questa amministrazione. A consuntivo questo bilancio dimostra come l’ente nel corso dell’esercizio abbia maturato un ulteriore disavanzo. Zero recupero dell’evasione, modestissimi introiti da multe, una mole di residui attivi differenziano questo consuntivo dalle previsioni del preventivo. Tanti buchi neri che sommati gli uni agli altri dipingono l’anticamera del crack. E’ l’attestazione di un fallimento politico: chi ha sbagliato paghi e vada a casa”.
Due gli interventi per il Movimento Cinque Stelle. Federico Pasculli ha posto l’accento sui risultati delle partecipate. E’ vero che sono stati investiti dei soldi, molti, a fronte degli interessi che oggi paghiamo, ma bisogna anche valutare i risultati concreti che hanno portato alla città questi investimenti, come nel caso dei venti milioni spesi per l’università.
“Nel programma di Di Girolamo per le ultime elezioni – ha detto Pasculli – c’era scritto che la città aveva superato lo tsunami finanziario ed economico, oggi, a fronte di questo consuntivo, potremmo dire: ritentate sarete più fortunati. Ora però – ha concluso rivolgendosi alla giunta – dovreste riconoscere che il programma del 2014 è fallito e dovreste avere il coraggio di dirlo, perché voi i conti quando presentavate alla città quel programma li conoscevate”. Thomas De Luca invece ha sottolineato quella che a suo modo di vedere è “un’anomalia ternana fatta da un’amministrazione di sinistra fondata sull’ingiustizia sociale”, “con aziende partecipate gestite attraverso il partito”. “Se dovete procedere con una gestione commissariale – ha detto – allora fate venire un commissario vero e prendetevi le vostre responsabilità politiche”.