Non ci stanno a passare da bulli che colpiscono in branco e smentiscono radicalmente la versione fornita dalla questura di Terni e riportata nel nostro articolo. Lo fanno con la foga tipica dei ragazzi della loro età e con l’irruenza di chi si sente ingiustamente accusato di qualcosa che non ha commesso. Sostengono che non c’è stato nessun 5 contro uno, e non ci sono prepotenti ne violenti. Anzi, spiega uno di loro, “siamo ragazzi molto placidi e passiamo le giornate nel quartiere dove è successo il fatto a giocare a carte, il nostro massimo reato forse è di alzare ogni tanto un po’ troppo la voce, senza volerlo”.
Allora com’è andata la vicenda? La loro versione la racconta il genitore di uno dei ragazzi coinvolti che vuole comprensibilmente rimanere anonimo per non associare il suo nome e quello di suo figlio a questo episodio (che sembra comunque meno eclatante di come inizialmente apparso): “Non c’è stata alcuna rissa ma un diverbio seppur acceso in cui nessuno ha messo le mani addosso al ragazzo: faccio presente che il tutto è avvenuto in un quartiere popoloso, a tal riguardo ci sono persone adulte che erano affacciate alla finestra disposte a testimoniare in modo da far emergere la verità. Il ragazzo in questione era già sceso da casa con la cinta in mano (non se l’è sfilata dopo) e il diverbio è finito senza che nessuno colpisse nessuno”.
“I cinque ragazzi – prosegue il genitore – non sono scappati ma sono andati via tranquillamente, salvo ritornare indietro quando hanno ricevuto una telefonata in cui venivano avvertiti che questo ragazzo stava colpendo un motorino. Aggiungo che lì nel frattempo era presente il genitore che nulla ha fatto per impedire al proprio figlio di colpire lo scooter, e poi di colpire l’altro ragazzo (che tra l’altro non era il proprietario del motorino)”.
“Quando sono arrivato io – prosegue il racconto del genitore – la polizia e il 118 non erano ancora giunti, non vi era nessuna rissa in corso, polizia e 118 sono arrivati pochi minuti dopo il mio arrivo e si sono limitati ad ascoltare chi era presente. Quindi la polizia non ha dovuto dividere nessuno, in quanto il giovane colpito si trovava sanguinante all’interno di un portone mentre l’altro ragazzo gironzolava tranquillamente sotto il quartiere insieme ai propri genitori. Inoltre il 118 è stato allertato da un ragazzo presente e non dalla polizia”.