La sentenza di appello ha ribaltato quella di primo grado, grazie soprattutto ad una nuova testimonianza acquisita dalla polizia: così, per la morte del barista-kebabbaro del locale nei pressi della stazione di Terni, avvenuta nel 2008, un tunisino è stato ritenuto responsabile di omicidio preterintenzionale e condannato a 10 anni di reclusione.
Era il pomeriggio del 23 febbraio 2008 quando Adel Laouni, tunisino all’epoca 34enne, da tempo residente a Terni e con precedenti per spaccio di droga, si era recato nell’Ararat Kebab, locale annesso al Bar della Pace in via Curio Dentato (nei pressi della stazione ferroviaria), aveva bevuto un’aranciata e poi si era rifiutato di pagarla. Ne era nata un’accesa discussione con il gestore del locale, Horan Cetin, turco di 32 anni. Il litigio era proseguito all’esterno con i due che erano venuti alle mani. Nel corso della scazzottata il tunisino aveva colpito con una testata il turco, poi si era allontanato, dirigendosi verso la questura per denunciare quanto accaduto. Nel frattempo il gestore del bar, con una vistosa ferita alla testa, dopo poco aveva accusato un malore, si era accasciato a terra ed era morto nonostante i tentativi del personale del 118 di salvargli la vita.
Nel processo di primo grado Adel Laouni era stato assolto per insufficienza di prove dall’accusa di omicidio volontario o preterintenzionale (formula della doppia imputazione). Nel corso delle indagini, la polizia aveva interrogato delle persone presenti al momento dell’accaduto e un cittadino tunisino aveva dichiarato che era stato proprio il suo connazionale ad innescare la lite. Sulla base di questa testimonianza, la Procura generale ha chiesto di riaprire l’indagine e, tramite rogatoria internazionale, ha interrogato di nuovo il testimone chiave che nel frattempo era ritornato in patria. La sua testimonianza è stata ritenuta valida e con il processo d’appello, Laouni è arrivata la condanna: dieci anni per omicidio preterintenzionale.