Terni, sicurezza, da lunedì in centro 2 pattuglie della municipale. L’inconsistente atto del Consiglio

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coppia-vigili-municipaleDa lunedì nel centro di Terni, per 12 ore al giorno, partiranno i controlli di due pattuglie della polizia municipale, stabiliti autonomamente dallo stesso Corpo. Ad oggi è questa l’unica vera importante novità in tema di sicurezza, l’unico provvedimento concreto dopo l’orribile omicidio di David Raggi avvenuto in piazza dell’Olmo. Appare invece di fatto inconsistente l’atto di indirizzo sulla sicurezza approvato unitariamente dal Consiglio comunale.

LA PATTUGLIA Secondo la Uil-Fpl, il pattugliamento in centro è stato deciso autonomamente dal comando della municipale sulla spinta dello stesso sindacato che rappresenta il 50% dei lavoratori del Corpo. Da lunedì prossimo quindi “gli agenti della municipale assicureranno la sicurezza del centro cittadino in due turni, dalle 8 alle 14 e dalle 14 alle 20” ed agiranno “in coppia sia gli agenti appiedati sia quelli con ciclomotore”. Le pattuglie agiranno su due assi: una che va da Palazzo Spada, Piazza della Repubblica, Corso Tacito e Piazza Tacito l’altra Piazza Dalmazia, Piazza San Francesco, via Mancini, via dei Carrara.

Il sindacato ritiene si tratti di “una iniziativa che è stata assunta dal corpo con un grande sforzo organizzativo e nonostante la forte carenza di organico e senza aumento di costi ma che garantisce non solo una maggiore sicurezza per gli stessi operatori ma anche per i cittadini. Infatti la pattuglia è in grado di intervenire efficacemente in molti più casi, anche di contrasto alla microcriminalità, rispetto al singolo agente”.

Per Uil-Fpl “in una città che appare sempre meno tranquilla e sicura, l’iniziativa oltre a garantire maggiore sicurezza assicura anche una maggiore visibilità alla presenza della polizia municipale nel centro cittadino, anche verso i visitatori della città che sino ad ora hanno avuto difficoltà a ‘incrociare un vigile’ a cui magari chiedere informazioni. Dunque una iniziativa certo efficace, per quanto parziale. Soprattutto è concreta e di immediata attuazione”.

FALCHETTI BALLERANI L’assessore alla polizia municipale, Cristhia Falchetti Ballerani, saluta con favore la decisione del comando della municipale ritenendo si tratti di “una garanzia sia per la cittadinanza che per gli operatori” e affermando: “Voglio sottolineare come il comando della polizia municipale ha inteso così rispondere in maniera tempestiva alle richieste e agli obiettivi prefissati dal sindaco e dalla giunta, che anche alla luce della tragedia di Piazza dell’Olmo stanno lavorando per accrescere sia la sicurezza reale che quella percepita. L’attenzione di questa amministrazione nei confronti della polizia municipale è stata sempre elevata e prioritaria. A fronte delle oggettive carenze di organico che hanno colpito molto settori dell’ente, l’Amministrazione nel piano triennale del fabbisogno del personale ha previsto 5 unità, 3 delle quali regolarmente assunte a dicembre, per i vigili urbani. Si tratta di nuove assunzioni che non trovano pari in altre direzioni”.

“L’impegno – prosegue l’assessore Falchetti Ballerani – del comando e dell’intero Corpo della polizia municipale è noto. Ha trovato un riscontro positivo anche la sollecitazione, sempre formulata da questa Amministrazione, di maggiori controlli nella zona dell’ospedale, dove i problemi di sosta selvaggia erano arrivati ad intralciare persino la mobilità dei mezzi di emergenza sanitaria. La presenza, la piena operatività, l’impegno della polizia municipale, sono d’altronde uno dei cardini di una città sicura, maggiormente disciplinata nella sua viabilità, con la percezione della presenza del governo comunale, che vede nei vigili urbani uno dei suoi rappresentanti più autorevoli”.

ATTO SULLA SICUREZZA Benché salutato positivamente da quasi tutte le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione, l’atto sulla sicurezza approvato unitariamente dal Consiglio comunale pare invece destinato a produrre ben pochi effetti concreti. E forse difficilmente poteva essere altrimenti. Sette i punti previsti da quell’atto.

In uno viene chiesto di “aumentare le risorse umane disponibili all’interno del corpo della polizia municipale”). Richiesta che l’assessore Falchetti Ballerani, con l’intervento riportato sopra, sembra aver in qualche modo già “neutralizzato”. Infatti non viene fatto cenno a possibili nuove assunzioni, si parla soltanto di quelle stabilite nel piano triennale del fabbisogno del personale approvato a novembre 2014 (ed il cui relativo bando presentava tra l’altro qualche aspetto discutibile per quanto riguarda la valutazione dei candidati).

In un altro punto viene chiesto di impegnare il 50% dei proventi delle multe per il potenziamento della municipale. Anche in questo caso occorre una forte dose di ottimismo per sperare che la richiesta avrà seguito. Infatti tale impiego degli introiti delle contravvenzioni è già – da anni – previsto e prescritto dal Codice della strada: se fino ad oggi non è stata rispettata una legge dello Stato, non si vede perché lo sarà un atto del Consiglio comunale. Oltretutto appare difficile persino verificare tale eventuale adempimento poiché non c’è grande chiarezza sui dati. L’ultima volta che sono stati pubblicamente forniti dall’amministrazione, è stato nel 2012. Ed in quell’occasione i conti dell’allora assessore Bencivenga non tornavano del tutto.

Nell’atto si chiede inoltre all’amministrazione comunale di dotare gli agenti della municipale di strumenti adeguati a garantire la sicurezza come lo spray al peperoncino, guanti anti-taglio, bastone estensibile. Considerando che da anni i vigili non possono contare nemmeno su una efficiente manutenzione di auto, moto e motorini (denunciata anche recentemente dal sindacato) è lecito dubitare sulla reale applicabilità della richiesta, al di là di operazioni di facciata.

E’ poi previsto dall’atto il “coinvolgimento dei gestori dei locali per un progetto di salvaguardia del decoro urbano che prevede un ruolo attivo degli stessi per gli spazi di loro competenza e un protocollo a sostegno della legalità che verta su un controllo partecipato del territorio, mettendo l’amministrazione a difesa di coloro che collaborano con le forze dell’ordine, sostenendo comportamenti virtuosi con sgravi e facilitazioni nel sistema di imposizione fiscale locale al fine di ottenere risultati tangibili”. Tutto ciò potrebbe forse tradursi nell’incentivare i locali a limitare l’uso del vetro e magari ad impiegare degli addetti alla sicurezza (gergalmente detti “buttafuori”, in qualche locale sono già presenti), ma vista l’astrattezza della frase, siamo nel campo delle ipotesi.

Viene poi chiesto alla Giunta di “attivarsi con immediatezza per utilizzare € 84.000,00 di fondi regionali e comunali già disponibili che possono essere impiegati per il potenziamento del sistema di videosorveglianza”, cioè quanto già previsto dal recente Patto per Terni sicura. Anche un altro punto sembra ricalcare quanto già stabilito dallo stesso patto: il “Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza, che elabori in tempi rapidi un piano di coordinamento di tutte le forze dell’ordine, con l’obiettivo di una maggiore presenza sul territorio cittadino ed in particolare sulle zone più critiche, con l’attività di poliziotti e carabinieri di quartiere che operano di concerto con la polizia municipale”.

LUCIDI Intanto il senatore del Movimento 5 Stelle, Stefano Lucidi, nei giorni scorsi ha presentato una interrogazione parlamentare “per chiedere al Ministro degli Interni e della Giustizia che venga fatta chiarezza sul perché le oramai note ‘maglie larghe’ non abbiano funzionato a dovere nei tragici fatti di Terni”. Secondo Lucidi, da ciò che emerge sui quotidiani “Terni appare una città allo sbando perché priva di una guida opportuna. Scorrendo le pagine dei giornali si parla soltanto di telecamere, vigili di quartiere, aumento dei controlli e della sorveglianza. Questa non è che ‘la politica del senno di poi’. A Terni serve creare un tessuto sociale capace da solo di rigettare al mittente determinati fenomeni. Una massa critica culturale e sociale capace di ribellarsi contro il degrado, contro gli inceneritori, contro le vessazioni del posto di lavoro, contro i rifiuti gettati in mezzo alla strada, contro chi viene da noi e ci dice che Terni è una delle città più sicure d’Italia”.

“Come se non bastassero già le parole spese – aggiunge il senatore M5S – arrivano in queste ore quelle della campagna elettorale del candidato Ricci il quale propone ‘ronde di volontari armati solo di auto e cellulari’. Queste parole, provenienti dal Sindaco di Assisi, non possono essere accettate primo perché provenienti da un personaggio esterno al contesto e poi perché dissonanti con la natura del Sindaco della città di San Francesco”.

Prosegue Lucidi: “Mentre Spoleto, Orvieto e Todi sono indaffarate a scrivere la domanda per il bando di città italiana capitale della cultura, a Terni si parla di omicidi, di scontri tra bande, di furti, e di inquinamento e di ‘ronde di volontari’. Le condizioni che determinano queste differenze tra comunità distanti pochi chilometri vanno ricercate solo ed esclusivamente nella classe politica che questa comunità esprime. Questa città ha bisogno di verità e di una guida. Questa città deve reagire. No alla politica del senno di poi”.

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