Il Comune di Terni sta procedendo ad abbattere diverse decine di alberi ritenuti pericolosi: il taglio è iniziato nel parco Rosselli e proseguirà nei prossimi giorni in viale Turati. Interventi che l’Amministrazione giudica inevitabili ma che trovano la critica di due associazioni: Italia Nostra e WWF. Secondo i rappresentati, rispettivamente Andrea Liberati e Giuseppe Rinaldi, il Comune non sta rispettando il protocollo con le associazioni ambientaliste visto che queste ultime non sono state coinvolte nelle decisioni sul verde pubblico.
In particolare Italia Nostra Terni e WWF Umbria attaccano il sindaco Leopoldo Di Girolamo ritenendo che con le sue politiche sia guadagnato il diritto a ricevere il premio “Attila d’Oro per l’ambiente”. Si tratta di un titolo, certamente non gratificante, che 15 anni fa WWF Umbria aveva attribuito all’ex sindaco Paolo Raffaelli per “le negative azioni ambientali intraprese”. Il richiamo di facile comprensione è al personaggio passato alla storia come “flagello di Dio”, in particolare alla leggenda che vuole che dove fosse passato Attila non sarebbe più cresciuta l’erba.
Il comunicato di Andrea Liberati e Giuseppe Rinaldi:
“Ci deve essere qualcosa di profondo, di ancestrale, di primitivo in questa unilaterale vocazione comunale alla ghigliottina ‘verde’.
Nell’ultima fase della Giunta precedente, e dopo accesissimi contrasti, con l’assessorato all’Ambiente si era infine avviato un percorso di rispettosa informazione e partecipazione delle scelte alle associazioni particolarmente attente al rispetto della natura.
L’assessorato predisponeva le schede tecniche sulle essenze giudicate pericolose per la pubblica incolumità; le associazioni, dal canto loro, potevano anche ordinare approfondimenti, invitando pure propri tecnici in loco a esprimere un parere qualificato.
Nonostante tale modello standard, gradito alle nostre organizzazioni, ora sembra già tutto rapidamente obliterato. E’ bastato cambiare assessore per far decadere un metodo. Così non siamo stati più convocati ed è tornata, senza troppi sofismi, ‘la motosega purificatrice’, tutt’altro che delicata, ma amica diletta dell’amministrazione locale.
Leggiamo frattanto dai giornali che al Parco Rosselli, unico polmone verde di un quartiere assediato dai fumi industriali e automobili, si vorrebbero abbattere ben 23 alberi senza specifici riferimenti a possibili alternative. A quando la demolizione dell’area giochi e la consegna degli stessi al parco rottami? A quando un ignobile parcheggio? Certo è che, se davvero la situazione oggi fosse irrimediabile, le ragioni sono chiare: il Comune non ha affatto proceduto a monitorare sistematicamente la situazione nel corso degli anni passati.
Adesso inoltre si intendono pure segare decine di piante in Via Turati, perché qui le radici avrebbero reso insicura la circolazione stradale. Tuttavia, visto che si eliminerà una corsia, contenendo così l’apparato radicale e diminuendo opportunamente la velocità dei veicoli, resta indecifrabile la decisione di allungare comunque la lama su quelle stesse decine di alberi. Oltretutto essi adornano un viale importante, perché conduce a San Valentino, in un paesaggio urbano altrimenti triste e spoglio.
E l’asserito rimpiazzo di piante di alto fusto con degli oleandri pare poi ai decisori coerente e rispettoso anzitutto dei residenti oppure attento unicamente all’inquinante sferragliare delle automobili, operando un ribaltamento delle priorità etiche ed estetiche di una città i cui principali parametri ambientali imporrebbero viceversa scelte totalmente diverse?
Ecco forse spiegata la Smart City europea spesso evocata dal sindaco: quella a gasolio, quella percorsa da tante rombanti scatolette, quella ‘tagliandata’ e ‘accessoriata’. Inevitabile che, a fronte di tanta raffinatezza nelle scelte ambientali, il primo cittadino di Terni non possa che essersi guadagnato, a 15 anni dall’ultimo conferimento, un nuovo degnissimo ‘Attila d’Oro’”.