Terni, tra crisi ambientali e vocazione industriale, 5 stelle: “Serve una riflessione sul futuro delle città”

0

Dopo l’ennesimo problema ambientale riscontrato in città, i valori di diossina di 38 volte superiori al limite rilevati dall’ARPA Umbria in Zona Fiori, il Movimento 5 stelle, tramite il suo capogruppo a Palazzo Spada, Thomas De Luca, espone la sua idea di futuro per Terni.

 

“Terni ha bisogno di una riflessione profonda sul suo futuro – commenta il Cinque stelle – per conciliare la sua vocazione industriale con la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, invertendo un processo di deindustrializzazione che lascia dietro di sé solo scheletri di cemento e vaste aree contaminate mai bonificate.”

Una vera e propria rivoluzione, quella che auspica De Luca, per il contesto urbano e periurbano di Terni, dove servirebbe “dar luogo ad una riconversione delle colture agricole non alimentari a scopo industriale nonché ad una loro estensione esponenziale.

Per il capogruppo si dovrebbe “Riconvertire la chimica alla bioeconomy, nonostante i treni persi da una politica sorda di fronte a una programmazione europea dedicata con Horizon 2020, non è un sogno. Un processo produttivo connesso alla produzione e alla verticalizzazione di bioplastiche e biopolimeri, di fibre tessili naturali e della manifattura additiva 4.0 basata su materie prime di natura organica. Una programmazione territoriale sviluppata su due assi portanti: la reindustrializzazione sostenibile e la bonifica del territorio. Chiudere il cerchio incentivando e sostenendo la ricerca e la sperimentazione di specie e varietà vegetali in grado di fitorimediare i terreni essendo incluse nei processi produttivi.”

“Il ruolo di una politica sana – sottolinea De Luca – non può che essere che quello di incentivare e pianificare l’economia circolare costruendo piattaforme fisiche e digitali, canalizzando gli incentivi pubblici altrimenti sprecati e persi. Attrarre nel nostro territorio nuovi investimenti, nuove imprese e riconvertire quelle esistenti.”

“La figura del “metalmezzadro”, l’operaio siderurgico che nel tempo libero lavora i campi, non è più compatibile con il nostro contesto urbano – denuncia il pentastellato – Continuare a parlare di orti urbani è demenziale se non incominciando a progettare orti extra-urbani, fermando la cementificazione, tutelando e salvaguardando il territorio. Siamo il nono comune umbro per estensione territoriale, 212 km². Troppo spesso ci si è dimenticati della Valnerina, della Valserra, di Piediluco come territori in cui in cui la filiera agroalimentare e del turismo ad essa connessa possono essere un volano di sviluppo.”

“Questo perché non è mai esistita una filiera – conclude – Non è mai esistita attenzione da parte della politica verso le enormi opportunità dei fondi europei per lo sviluppo rurale che in Umbria sono quasi totalmente drenati dalle colture del tabacco, con i rappresentanti del nord dell’Umbria sempre attenti ai loro interessi. Questa per noi è una delle più grandi sfide del prossimo secolo, una sfida di fronte a cui non ci tireremo indietro.”

CONDIVIDI