Il 14 aprile dell’anno scorso Franco Rinaldi, 49enne ternano, uccise brutalmente la moglie dalla quale si stava separando, Giuseppa Corvi di 43 anni. Oggi è stato condannato dal gip di Terni a 30 anni di reclusione. Il giudice Maurizio Santoloci ha riconosciuto tutte le aggravanti contestate all’uomo (oltre al rapporto di parentela con la vittima anche la premeditazione e la crudeltà) e ha dichiarato non sussistenti le attenuanti, come invece richiesto dal difensore dell’uomo, l’avvocato Marco Angelini. E’ stato inoltre disposto il risarcimento di un milione di euro per il figlio 17enne della coppia, 250 mila euro ciascuno per i genitori della donna e 150 mila euro ciascuno per i quattro fratelli. Sospesa anche la potestà genitoriale dell’uomo per tutta la durata della pena.
L’imputato era in aula al momento della lettura della sentenza, mentre non erano presenti i familiari della donna uccisa. “L’appello a questa sentenza è certo – ha commentato l’avvocato Angelini al termine dell’udienza – trovo che sia un errore evidente contestare le aggravanti. I requisiti della crudeltà non ci sono, questa sentenza contrasta con quanto affermato recentemente dalla Cassazione per l’omicidio di Melania Rea, mentre per quanto riguarda la premeditazione era assolutamente assente ogni maturità di coscienza”. Secondo il difensore, inoltre, “la sussistenza del disturbo della personalità, accertata anche dal consulente del tribunale, non può non trovare sfogo nella sentenza”.
Questa mattina il pm Elisabetta Massini avevaa chiesto la condanna all’ergastolo e l’applicazione dell’isolamento diurno. L’uomo era accusato di omicidio volontario, con le aggravanti della crudeltà, della premeditazione e del rapporto di parentela con la vittima. La difesa dell’imputato, assistito dall’avvocato Marco Angelini, aveva invece chiesto al giudice che venisse riconosciuto il vizio parziale di mente del 49enne, sulla base di una perizia di parte redatta dal dottor Silvio D’Alessandro. In ogni caso, sempre secondo la difesa, non dovevano essere contestate le aggravanti della crudeltà e della premeditazione. Il consulente nominato dal tribunale, il dottor Alessandro Giuliani, ascoltato stamane in aula insieme al perito di parte, aveva invece escluso la presenza di un vizio parziale di mente dell’uomo.
L’omicida era stato bloccato dalla polizia subito dopo il fatto mentre, sul terrazzino dell’abitazione di Borgo Rivo dove è avvenuto l’omicidio, si stava ripulendo con indosso una tuta da imbianchino.