Per i maltrattamenti nella casa di riposo Villa Maria Luisa, questa mattina sono state arrestate altre due persone: un socio dell’ospizio considerato l’effettivo gestore del personale impiegato nella struttura e una operatrice sanitaria che nel corso degli interrogatori alcuni testimoni hanno definito “la peggio”. L’amministratore unico di “Villa Maria Luisa S.r.l., è invece scattato il divieto di avvicinamento.
Sale così a 9 il numero degli indagati: lo scorso 9 luglio erano finiti agli arresti domiciliari 4 persone ed altre 2 colpiti dal divieto di avvicinamento alla struttura. Attraverso telecamere nascoste la guardia di finanza aveva infatti registrato le botte, gli insulti e le umiliazioni cui venivano sottoposti gli ospiti della struttura ad opera del personale che avrebbe dovuto prendersene cura (qui l’articolo).
Dagli interrogatori del gip Pierluigi Panariello e da ulteriori accertamenti del pm Elisabetta Massini, spiegano le fiamme gialle che è emerso un “quadro accusatorio ancor più inquietante” tra somministrazione di medicinali scaduti ed ospiti tenuti alla fame. “I gestori di fatto e di diritto della struttura avevano imposto un regime intimidatorio nei confronti degli ospiti, ma anche di alcuni dipendenti, perseguendo l’ottica del risparmio a tutti i costi a vantaggio del proprio benessere piuttosto che delle persone ricoverate”.
Secondo l’accusa, i gestori rimproveravano gli infermieri troppo solerti nel chiamare il 118 anziché ritardare il ricovero degli anziani per non perdere la retta. I gestori sono accusati anche di aver disposto l’uso di medicinali scaduti, delle cattive condizioni igieniche e dello scarso cibo, al punto che alcuni operatori, impietositi, lo portavano da casa. Massimo risparmio anche su riscaldamento ed aria condizionata. Anche la televisione era negata. A testimoniarlo alcuni operatori che non condividevano quell’orrore ma erano costretti a tacere sotto costante minaccia di licenziamento.
L’operatrice sanitaria arrestata in data odierna è stata invece definita dai testimoni “la peggio”: da lei gli anziani subivano continuamente schiaffi, lanci di bottiglie di plastica, gesti minacciosi e strattoni. Tra le accuse rivolte a “la peggio” c’è un episodio che svetta per tristezza: un giorno l’operatrice aveva notato lo sguardo assente di un’anziana; anziché preoccuparsene, si era infastidita e così aveva girato la sedia a rotelle verso il muro. La povera anziana era morta così, sulla sedia a rotelle rivolta verso il muro senza che nessuno si accorgesse di nulla per diverse ore. La stessa operatrice è accusata anche di lesioni personali e vari generi di maltrattamenti nonché di fotografie che riproducono ospiti legati al letto e uso di farmaci calmanti, tanto per sedare l’anziano che richiedeva troppe attenzioni.
Tutta la struttura posta sotto sequestro è tutt’ora affidata alla gestione dell’Asl e di quegli operatori che hanno collaborato con gli inquirenti, producendo ulteriori documenti e testimonianze di quanto accadeva all’interno della casa di riposo per anziani.