Cresce la preoccupazione per le conseguenze dell’incendio alla Electroterni per salute e ambiente. Nel rogo della notte del 5 giugno sono bruciati migliaia di pneumatici da cui si sono levate grandi colonne di denso fumo nero, dall’odore acre, che si sono diffuse per tutta la città. Materiale nero, potenzialmente nocivo, è poi ricaduto a terra, finendo su strade, vegetazione, case: praticamente ovunque, in diverse zone della città. Oltre alla denuncia del Movimento 5 Stelle di Terni (qui l’articolo), sono tanti i cittadini che, preoccupati, hanno segnalato alle istituzioni una “pioggia di polveri scure”. Nel frattempo sono arrivati i risultati dei primi controlli Arpa, le prime ipotesi sulle cause dell’incendio, e un video del M5S sul materiale nero ricaduto.
Primi controlli Arpa. Arpa Umbria prova ora a tranquillizzare la popolazione: fa sapere che dai primi controlli a Terni non sono state rilevate particolari anomalie nelle centraline di rilevamento della qualità dell’aria. L’Agenzia regionale per la protezione ambientale dell’Umbria spiega comunque che questa mattina ha svolto prelievi al suolo nelle zone limitrofe all’Electroterni, i cui risultati saranno disponibili non prima di una settimana. Inoltre, proprio sulla scorta delle numerose segnalazioni arrivate nelle ultime ore da cittadini sulla ricaduta in città di polveri scure, l’Arpa ha anche chiesto all’Asl l’attivazione degli accertamenti relativi agli aspetti igienico-sanitari e ad eventuali contaminazioni delle matrici alimentari.
Cause dell’incendio. Intanto continuano le indagini del nucleo di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco sulle cause dell’incendio: al momento l’ipotesi maggiormente accreditata sarebbe quella dell’autocombustione dovuta al surriscaldamento del materiale stipato. Insomma, stando a questa ipotesi, il primo caldo estivo avrebbe fatto sprigionare le fiamme dai pneumatici.
In nottata, fanno infine sapere i vigili del fuoco, sono state concluse le operazioni di bonifica dell’area.
Video M5S. Il Movimento 5 Stelle Terni ha pubblicato un video su YouTube nel quale viene mostrato il materiale nero che si è depositato in varie zone della città e che ha ricoperto piante, terreno, strade e giochi dei bambini presenti al parco La Passeggiata. Ecco il video:
Pericoli per la salute. I pneumatici contengono prodotti che divengono tossici con la combustione. Lo spiega in una breve pubblicazione un ricercatore universitario, Giuseppe Lazzara. Scrive che “il problema delle emissioni di prodotti tossici e mutageni diventa ancora più drammatico nel caso delle combustioni incontrollate. Attraverso indagini di laboratorio, nei fumi della combustione dei pneumatici, sono stati isolati più di 100 prodotti organici tra cui idrocarburi leggeri (metano, acetilene, etilene,…), composti monoaromatici (benzene, toluene, xilene,…), idrocarburi policiclici aromatici (naftalene, pirene, fenantrene), composti parzialmente ossigenati (naftolo, dibenzofurano, diossine,…) ed altri composti eterociclici. Come se non bastasse la discreta presenza di zolfo (mediamente 1,5%) e di azoto (mediamente 0,4%) nei pneumatici è responsabile della produzione degli ossidi nocivi quali SOx (ossidi di zolfo) ed NOx (ossidi di azoto)”.
Gli effetti di tutto questo, scrive ancora Lazzara, possono essere pesanti: “L’esposizione a fumi così carichi di prodotti dannosi può rappresentare rilevanti rischi sia acuti sia cronici per la salute dell’uomo. In particolare, i rischi dipendono dal tempo e dal grado di esposizione, e mediamente gli effetti sono: irritazioni alla pelle, agli occhi e alle mucose; danni al sistema nervoso centrale ed al sistema respiratorio; cancro. L’EPA (Environmental Protection Agency) stima che le emissioni da combustione incontrollata di pneumatici siano 13.000 volte più mutagene delle emissioni della combustione del carbone”.
Si tratta insomma di fumi potenzialmente pericolosissimi. Resta ora da capire la nocività del materiale ricaduto sulla città. L’Arpa avrebbe già escluso la presenza di cloro nel materiale bruciato (e quindi minori possibilità di ricaduta di diossina) ma risposte più dettagliate le fornirà “non prima di una settimana”.
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