I lavori di costruzione della contestatissima centrale a biomasse di Arrone sono terminati: da un momento all’altro potrebbe entrare in funzione. I residenti della Valnerina non sono però rassegnati all’idea di convivere con quello che definiscono “ecomostro” e continuano a protestare. Nel frattempo Italia Nostra Terni fa sapere che presenterà una denuncia alla Guardia di Finanza con l’obiettivo di fare luce sulle opacità dell’operazione. A suscitare forti e inquietanti dubbi è il fatto che il 40% della Espandy spa (la società titolare della centrale) è detenuto da una società lussemburghese (la OPM Holding SA) di cui non si conoscono i reali titolari: la loro identità è infatti nascosta grazie ad un meccanismo di scatole cinesi che porta fino alle Isole Vergini. Ora il sospetto è che dietro alle scatole cinesi possa esserci un politico locale: si tratterebbe di un macroscopico conflitto di interessi.
La presenza della società lussemburghese, la OPM, era stata denunciata proprio dal presidente di Italia Nostra Terni, Andrea Liberati. Le informazioni che aveva diffuso erano poi state approfondite da Terni Oggi che aveva ricostruito l’origine di quella società: nata il 31 maggio 2010 tramite una fiduciaria lussemburghese e per volontà della Cardale Overseas Inc., una società delle Isole Vergini che in passato è finita in un’importante inchiesta della magistratura italiana (qui l’articolo). Ulteriore particolare riportato nel nostro articolo che fa capire come l’intera operazione sia tesa a mascherare i veri titolari della società: al momento dell’atto costitutivo della OPM, come rappresentate legale della Cardale Oversease Inc. si è presentata una signora che risulta essere una dipendente della stessa fiduciaria lussemburghese. (qui l’atto costitutivo in lingua francese)
La OPM Holding SA detiene il 40% della società Espandy spa che nel 2011 ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie, sia dal Comune di Arrone che dalla Provincia di Terni e nel 2012 ha anche incassato una “tempestiva” modifica del regolamento regionale: per questo genere di impianti è stato rimosso il vincolo dell’approvvigionamento su base locale. Grazie a questa modifica, il combustibile che sarà bruciato nella centrale di Arrone potrà arrivare anche dall’estero e riceverà gli incentivi come energia da fonte rinnovabile. Il tutto è avvenuto senza che i cittadini della Valnerina siano mai stati informati: la comunità si è ritrovata di fronte al fatto compiuto e da febbraio, tramite il comitato Salviamo La Valnerina, porta avanti una ferma protesta.
Il comunicato di Andrea Liberati di Italia Nostra Terni:
“Proseguono in Valnerina le azioni di civile ma ferma protesta contro l’assurda ipotesi di bruciare olii – prevalentemente di consistenza e provenienza non autoctone – con l’esclusivo fine di ottenere l’enorme incentivo fissato dallo Stato per la produzione di energia elettrica da cosiddette biomasse.
La società Espandy S.p.A., legata a tale lucroso business, probabilmente non aveva fatto i conti con la pur prevedibile reazione popolare: un’iniziativa ‘industriale’ avversata per le pesanti ricadute che comporta sul piano ambientale, che, per la Valnerina, non è ‘immagine’, ma storia, identità, cultura.
In questa splendida cornice, così importante anche per il futuribile riconoscimento Unesco, brilla da sempre infatti tutt’altro tipo di economia, fatta in primo luogo di pregiatissimi prodotti alimentari, esportati pure Oltreoceano, simboli di un’eccellente qualità della vita, realmente a misura d’uomo, inverata in un contesto salubre e attrattivo, ben declinato proprio attraverso gli stessi entusiasmanti numeri del turismo, con singoli e famiglie sempre più affascinati dalla nostra piccola Arcadia.
Ciò nonostante, le ombre della speculazione si allungano anche da queste parti. Italia Nostra ha denunciato anzitutto un’anomalia: il 40% dell’azionariato di Espandy è nelle mani di protagonisti invisibili, che hanno allocato in Lussemburgo una fiduciaria –la O.P.M. Holding. Grazie a un ulteriore e, invero, notevole approfondimento (di Fabio Gobbi, direttore responsabile ternioggi.it, nda), è poi emerso altro: “OPM nasce il 31 maggio 2010 per volontà della Cardale Overseas Inc., società delle Isole Vergini britanniche (finita in un’importante inchiesta della magistratura italiana). Chi era la persona che ha rappresentato la Cardale Overseas al momento della stipula dell’atto costitutivo della OPM? Una signora che risulta essere anche dipendente della stessa società fiduciaria lussemburghese e che ha ricevuto una delega da un notaio lussemburghese che risulta aver già effettuato altre operazioni simili con la stessa Cardale Overseas (…)”.
Per capirci, dall’estero nessuno è ovviamente giunto qui per investire, ma qualcuno, da qui, ha cercato uno schermo all’estero, addirittura nel mar delle Antille: come mai? E’ tema dirimente.
Italia Nostra si è già pubblicamente rivolta ai soci italiani di Espandy, per sapere se, oltre a un implicito esame di coscienza, costoro avessero notizie puntuali in merito al pacchetto azionario ‘caraibico’, quel 40% altrimenti detto ‘scatole cinesi’, cosicché fosse spazzato via ogni dubbio relativo a potenziali infiltrazioni criminali o conflitti di interesse che, da sé, provocherebbero l’annullabilità dell’autorizzazione unica e non solo.
La Valnerina mantiene una dignità che nessun maquillage esotico sarà in grado di travolgere.
Dietro gli anonimi di Espandy, la voce del popolo evoca in modo insistente un pezzo di notabilato, precisamente un ‘politico locale’: ne emergerebbe un plateale conflitto di interessi. Il Comune di Arrone e la Provincia di Terni tornino allora su tale delicatissima questione, assolvendo sollecitamente ai propri doveri d’istituto, garantendo in concreto i principi costituzionalmente protetti della neutralità, dell’efficacia e dell’efficienza amministrativa.
Italia Nostra, per parte sua, consegnerà in settimana alcuni documenti al Comando di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Terni, cosicché si faccia piena luce su un groviglio che sembra inestricabile – senza esserlo affatto”.