Terni ricevuta da Papa Francesco: un pellegrinaggio storico che ha coinvolto oltre 7 mila ternani. Il Pontefice ha concesso udienza, richiesta da monsignor Ernesto Vecchi, in occasione della celebrazione dei 130 anni di Ast. Ed ovviamente, con migliaia di lavoratori Ast e di altre realtà produttive, il tema principale è stato il lavoro che “è dignità”. Il Santo Padre ha anche descritto i ternani con un “facce buone”.
Il pellegrinaggio è iniziato di prima mattina: da Terni alla volta del Vaticano sono partiti ben 140 pullman, altre persone si sono mosse con altri mezzi. Alle ore 11 monsignor Ernesto Vecchi ha celebrato la messa all’interno della basilica di San Pietro. L’amministratore apostolico della diocesi ha spiegato che lo scopo del pellegrinaggio è “essere confermati da Pietro. Il Papa ha questa funzione, e la stessa funzione hanno i vescovi nella loro chiese”. Vecchi ha poi chiesto di poter fare “una piccola digressione: vogliate bene al vostro vescovo, il vescovo che c’è adesso, che è un povero amministratore apostolico ma ha un compito più grande di lui, non tanto per il problemino che tutti conosciamo – ha rimarcato alludendo al buco di bilancio della diocesi – ma per il problema della fede, che è il problema che dobbiamo far prevalere”.
A mezzogiorno Papa Francesco ha concesso udienza. All’inizio dell’incontro, nel suo saluto al Pontefice, Vecchi ha parlato delle acciaierie come “simbolo e risorsa” di Terni ma non solo, e concludendo il saluto ha affermato che i ternani sono “gente di pasta buona, tutti noi preghiamo per lei – ha detto – siamo tutti gente di pasta buona, anche quelli che non pregano”.
Il Papa ha poi preso la parola ed ha tenuto un intenso discorso sulla dignità del lavoro e il lavoro come problema europeo e sociale, che richiede a tutti impegno, solidarietà, creatività e stile sobrio, è stato molto festeggiato dai presenti, molti dei quali indossavano i caschetti da operaio e fazzolettoni blu, e sventolavano bandierine. Papa Francesco ha anche inserito diverse frasi a braccio nel discorso che aveva preparato. Tra l’altro ha raccontato di un operaio suo amico e disoccupato che, rivendicava non solo il “bisogno di mangiare” ma anche “il bisogno di avere la dignità di portare il pane a casa”. Riprendendo le parole di monsignor Vecchi ha anche detto ai ternani: “Ma davvero non pregate con facce così buone”?
Il “lavoro” non ha solo “finalità economica e di profitto”, ma “interessa la dignità dell’uomo”, e chi è “sottoccupato o disoccupato rischia di diventare una vittima dell’esclusione sociale” è stato il cuore del suo discorso. “Se manca il lavoro – ha rimarcato il Papa – questa dignità viene ferita”. In un altro brano a braccio, Papa Bergoglio ha osservato che in un sistema economico in cui il denaro è considerato un “idolo”, “questa parola ‘solidarietà’ in questo momento rischia di essere esclusa dal dizionario, sembra che sia una parolaccia, la solidarietà è importante, ma questo sistema non la vuole, la esclude”.
In conclusione Papa ha chiesto di recitare insieme una “Ave Maria” per chiedere alla “Madonna la grazia di lavorare insieme con creatività, solidarietà e fede” contro le difficoltà del lavoro e la disoccupazione.