“Un progetto fondato su solide basi analitiche, per restituire alla città un simbolo in grado di durare nel tempo”. E’ quanto è stato sostenuto relativamente al restauro della fontana di piazza Tacito in occasione del XXI Salone dell’arte del restauro e della conservazione dei beni culturali di Ferrara cui hanno preso parte tutti i soggetti promotori dell’intervento. La principale novità, pronosticabile già da tempo, riguarda il destino dei mosaici: quelli attualmente presenti nella fontana sono troppo logorati, irrecuperabili. Si procederà quindi ad una nuova realizzazione, del tutto diversa da quella originale.
LA SOPRINTENDENZA – Fabio De Chirico, Soprintendente per i beni storici, artistici ed etnoantropologici dell’Umbria, ha parlato di “intervento pilota, caratterizzato da un approccio metodologico assolutamente singolare e da una comunicazione capillare”. Circa lo stato dei mosaici dello zodiaco, realizzati su cartoni dell’artista Corrado Cagli, il Soprintendente ha usato termini netti: “Siamo di fronte a un degrado molto accentuato – ha detto – legato a fattori progettuali, ambientali e antropici”. Fra le principali cause dell’usura, il responsabile individua “le lesioni e i distacchi prodotti dalla diversa composizione delle malte su cui poggia l’opera, la mancanza di un velo continuo d’acqua che ha creato condizioni di instabilità e le metodologie di restauro adottate nel 1995, con iniezioni di cemento che hanno finito per creare altri dislivelli e l’utilizzo di prodotti corrosivi non adeguati”.
Da questi presupposti nasce l’esigenza, come ha spiegato il dottor De Chirico, di “evitare gli errori del passato”. L’ipotesi progettuale, che dovrà essere vagliata dalla Direzione regionale per i beni culturali dell’Umbria, prevede il distacco delle parti figurate del mosaico, da restaurare e collocare in un adeguato spazio museale. L’intervento permetterebbe di risanare completamente le malte sottostanti e la ‘camera’ su cui poggia il mosaico. In questo modo l’opera verrebbe ricostruita ex novo e su basi completamente differenti rispetto al passato. Una scelta netta e necessaria, caratterizzata da un iter autorizzativo più complesso. “Sono convinto – ha aggiunto il Soprintendente – che attraverso i documenti disponibili si possa ricostruire l’opera nella sua integrità, tenendo conto di alcune prescrizioni fondamentali, come quella legata alla continuità del flusso d’acqua. Un monumento così determinante per l’identità di Terni non può più essere lasciato all’incuria e alla provvisorietà”.
LA FONDAZIONE – Francesco Quadraccia, vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, ha ricordato l’impegno dell’ente in favore del territorio. I contributi, distribuiti in diversi settori (dalla salute alla ricerca, fino agli ambiti culturali e del volontariato) si aggirano sui 3,5 milioni annui. Il 30% di questi viene destinato alle opere di restauro:
“Dal 1992 ad oggi – ha spiegato il vicepresidente – abbiamo realizzato oltre 500 restauri di opere d’arte. L’intervento sulla fontana di piazza Tacito nasce dall’esigenza di recuperare il simbolo della città, attraverso un metodo operativo completamente nuovo in cui ogni passo compiuto si fonda su analisi scientifiche dettagliate”. Il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni al progetto non è solo di natura economia (“e da questo punto di vista siamo pronti a fare la nostra parte”, ha precisato Quadraccia), ma è legato alla stessa organizzazione: “Siamo riusciti a creare un coordinamento fra tutti i soggetti impegnati nel restauro – Comune di Terni, Asm e Ast – per garantire la massima incisività e un monitoraggio continuo”.
Il vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, oltre a ringraziare la dottoressa Federica Zalabra della Soprintendenza per i beni storici e artistici dell’Umbria, ha evidenziato la strategia di comunicazione che accompagna il progetto, basata su un sito web (www.restaurofontanaterni.it) con tutti gli aggiornamenti sullo stato di avanzamento dell’opera e una webcam che proietta le immagini della fontana, in alta risoluzione, 24 ore su 24. A ciò si aggiunge una campagna pubblicitaria che in 12 mesi ha permesso di raccogliere oltre 100 mila euro di contributi provenienti dagli sponsor.
IL SINDACO – Leopoldo Di Girolamo, sindaco di Terni, ha ripercorso la storia della fontana, “legata indissolubilmente all’identità di un città proiettata nel futuro, attraverso i simboli del lavoro, dell’energia e dell’acciaio”. Il primo cittadino ha sottolineato l’impegno del Comune che riguarda “sia il restauro dell’opera che il rifacimento della piazza, in un quadro di partecipazione e collaborazione con alcune delle realtà più attive del territorio”. In questo contesto, ha aggiunto Leopoldo Di Girolamo, “il Comune di Terni si è inserito alla perfezione in uno schema collaborativo agile e al tempo stesso accurato, soluzione ideale per consentire alla città di riappropriarsi di un monumento che è parte essenziale della nostra storia”.
L’ANALISI – L’indagine sullo stato di conservazione del mosaico, attraverso la scansione laser e il rilievo fotogrammetrico dell’intera superficie, è stata svolta dalla Fondazione Centro conservazione e restauro ‘La Venaria Reale’ di Torino. Metodo operativo e risultati sono stati illustrati da Marco Demmelbauer: “Le analisi della struttura architettonica, dell’ambiente circostante e dei precedenti restauri – ha spiegato – ci hanno permesso di comprendere lo stato di conservazione del manufatto. Oggi le tessere presentano livelli di usura molto differenti a seconda della posizione”. Fra gli aspetti critici rilevati dai tecnici de ‘La Venaria Reale’ ci sono “le numerose fessurazioni che hanno incrementato la disgregazione delle malte, la presenza di muschi e alghe e un generale degrado causato anche da manutenzioni non sempre appropriate. Per questo – ha aggiunto Marco Demmelbauer – la conservazione del manufatto è particolarmente problematica”.
I TECNICI – Federico Nannurelli (Responsabile unità organizzativa lavori pubblici del Comune di Terni) ha illustrato tutti i dettagli del nuovo “pennone” in acciaio inox ultra-resistente che, dallo scorso 11 agosto, è tornato a svettare al centro del monumento. L’ago, alto 29 metri, è stato realizzato dal Tubificio di Terni con materiali messi a disposizione da Acciai Speciali Terni. Allo stesso modo Massimo Cresta (Responsabile servizio tecnico Asm Terni Spa) ha parlato degli interventi riguardanti l’illuminazione e la parte idraulica della fontana. L’Asm – rappresentata a Ferrara anche dal presidente Carlo Ottone – realizzerà un nuovo impianto di illuminazione a Led in grado di valorizzare il monumento, ottenendo al tempo stesso un consistente risparmio energetico. Per la parte idraulica, il tecnico ha annunciato la creazione di due circuiti distinti per le acque – quelle del catino e del mosaico – con l’installazione di un sistema di microfiltrazione per garantire il minor impatto possibile sulle superfici musive. A governare il tutto ci sarà un sistema di telecontrollo attivo 24 ore su 24, analogo a quello utilizzato per la gestione dell’acquedotto.