Rifondazione Comunista di Terni giudica inaccettabile la riaccensione di un secondo inceneritore e ritiene che l’unico modo per evitarlo sia puntare sul piano regionale della qualità dell’aria. Nel question time di questa mattina il consigliere Mauro Nannini ha presentato un’interrogazione all’assessore all’Ambiente Luigi Bencivenga ricevendo queste risposte:
- l’inceneritore Printer è stato venduto alla holding Tozzi di Ravenna, tramite la società Terni Biomassa, per la cifra di tre milioni di euro;
- l’impianto ha l’autorizzazione del Ministero dell’Industria, rilasciata con decreto dell’anno 2000, mentre quelle degli Enti Locali, iniziate nel 1997, hanno scadenza nel 2019;
- la prossima settimana il Sindaco di Terni incontrerà la società acquirente per conoscere intendimenti e programmi.
Rifondazione commenta così: “Si fa, a questo punto, concreta l’inaccettabile ipotesi di riapertura, in tempi medi, anche del secondo inceneritore di Maratta rimasto in vita dopo la soppressione di quello dell’ASM, per bruciare, a fini energetici, biomasse e scarti di cartiera. E’ di quest’ultimi mesi, infatti, il riavvio dell’inceneritore Terni Ena (ora ARIA) dell’ACEA, a seguito di un revamping le cui modalità sono tutt’altro che trasparenti, come riportato anche dalla trasmissione televisiva della Rai Report. Questa questione è oggetto di un’altra interrogazione da parte del nostro partito che ha raccolto la denuncia del Comitato No Inceneritori di Terni”.
Nonostante Rifondazione Comunista sia stata presente con propri esponenti nella Giunta Raffaelli e continui a restare nell’attuale Giunta Di Girolamo, il giudizio è particolarmente negativo: “Le scelte sciagurate del passato (giunte Ciaurro-Raffaelli) si intrecciano così con gli interessi di nuovi piccoli e grandi soggetti imprenditoriali che investono, oggi come allora, sul settore della produzione di energia da fonti rinnovabili speculando sugli incentivi economici e su leggi che vanno nella direzione opposta alla tutela degli interessi della collettività e dei territori (vedi anche i recenti casi delle centrali a biomasse di Avigliano Umbro e di Arrone). Rifondazione Comunista – continua il comunicato – è in prima linea per contrastare questo frainteso nuovo modello di sviluppo basato su una Green Economy che di verde non ha assolutamente nulla, che privilegia gli interessi privati e che affonda ogni tentativo di seria pianificazione ed ogni sforzo in direzione contraria”.
Infine Rifondazione ritiene “di fondamentale importanza il Piano regionale sulla Qualità dell’Aria in discussione in questi giorni in Regione con una fase di partecipazione e coinvolgimento della popolazione purtroppo, ancora una volta, gravemente e colpevolmente deficitaria. Potrebbe essere quello uno dei pochi strumenti importanti rimasti per contrastare un destino che sembra segnato e per provare a scrivere, finalmente, la parola fine sulle stagioni dell’incenerimento nella conca ternana”.