Un nuovo video della Rai rimette tutto in discussione: dalle immagini trasmesse questa sera dal Tg regionale appare difficile che a ferire Leopoldo Di Girolamo possa essere stato il manifestante che agita l’ombrello, come sostenuto dalla Procura, dalla Scientifica e dalla questura. L’operaio con l’ombrello sembra infatti troppo distante dal primo cittadino. Più vicino a lui sembra invece trovarsi un manganello.
Il sindaco di Terni ha sempre continuato a sostenere che a ferirlo durante il corteo dei lavoratori dell’Ast sia stata una manganellata di un agente delle forze dell’ordine. Versione dei fatti non condivisa dagli inquirenti che hanno indagato come responsabile un operaio narnese di 37 anni. Quest’ultimo dal canto suo ha ammesso di aver brandito l’ombrello ma ha negato di aver colpito il sindaco. Ora, l’ipotesi e le immagini contenute nel servizio Rai sembrano dargli ragione. Resta da attendere la prossima mossa degli inquirenti che avevano fatto sapere di essere in possesso di diversi video in cui emergerebbero “chiaramente” le responsabilità del manifestante.
IL VIDEO DEL TGR:
Intanto oggi pomeriggio il sindaco è tornato sull’argomento, lo ha fatto nel corso di un Consiglio comunale straordinario, dedicato proprio all’Ast. Di Girolamo ha detto: “Una vicenda sgradevole che ha comportato non tanto una ferita al sindaco, quanto alla città. Il nostro impegno è che questa ferita sia curata e che in città venga ricostruito un clima costruttivo e di serenità come sempre è stato” e di “rimettere questa situazione in un binario di correttezza e di responsabilità, con mente lucida”.
“Qualcuno ha chiesto – ha detto ancora Di Girolamo – come mai il sindaco della città fosse ieri lì, in mezzo ai manifestanti. Faccio notare che lì non c’era solo il sindaco, ma le istituzioni di questa regione, con la rappresentanza di tutte le forze politiche. E le istituzioni non possono che stare dove stanno gli interessi della città e dove si difende democraticamente il diritto al lavoro sancito dalla costituzione”.
“Il problema – ha aggiunto – non è chi ha colpito il sindaco: su questo c’è un’inchiesta della magistratura e un’ispezione”. “C’è stata una gestione inadeguata della vicenda”, ha detto ancora e “noi vogliamo che le responsabilità vengano accertate non per colpire qualcuno”. In questo senso il sindaco ha confermato di non aver sporto denuncia e che non intende farlo. “Il problema è politico, perché mai, dopo gli anni ’50, nonostante le molteplici crisi che hanno colpito questo territorio e l’acciaieria, si erano verificati fatti come quelli che si sono verificati ieri”. “Occorre perciò far chiarezza sul perché si siano verificati gli scontri, anche per ristabilire un elemento di fiducia nelle nostre forze di sicurezza”.
“L’acciaieria è il cuore della nostra città e ne rappresenta gli elementi identitari principali, quelli del lavoro e della solidarietà. La sorte di questa fabbrica è importante non solo per Terni e per l’Umbria, ma per l’intera nazione e sulla nostra pelle qualcuno sta giocando una partita, cercando di tenercene fuori”.
“Per questo ci siano rivolti al Governo, alla Commissione e al Parlamento Europeo, per far luce sulla situazione e sulla trattativa in atto riguardo la vendita di Ast. In questo senso non faremo sconti politici a nessuno. Andremo a Strasburgo, a Bruxelles, in Finlandia, – ha concluso il sindaco – a far valere i nostri diritti e a difendere la nostra fabbrica, affinché tutti si assumano le proprie responsabilità”.
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