Sembra che a Terni i morti producano energia elettrica. Andrea Liberati, presidente di Italia Nostra Terni, ha ribattezzato questo fenomeno “dark-green economy”. Non si tratta di uno strano prodigio biologico, Liberati si è invece casualmente accorto che al cimitero comunale è stato installato un impianto fotovoltaico. Si direbbe un’idea di palazzo Spada volta al risparmio che sarebbe però stata realizzata all’insaputa di tutti, compresi i familiari degli estinti (che per giunta non avrebbero ricevuto nessuno sgravio dei costi per la votiva lux).
Liberati in un comunicato ironizza: “A casa dei nonni è stato montato un impianto fotovoltaico: loro, da tempo, non pagavano già alcunché, contribuendo così a ridurre la dipendenza energetica dell’Italia dai combustibili fossili. L’installazione del tetto solare è però avvenuta senza il loro consenso. E senza il nostro, di discendenti. I nonni infatti riposano al cimitero comunale di Terni, ma proprio sui tetti del loro padiglione il Comune – non si sa in che anno – ha fatto collocare decine e decine di pannelli. Così, seppure scomparsi, i nonni ‘fanno’ energia. Entriamo così nell’era della dark-green economy. Dettaglio miserrimo: nonostante tanta ecologia, i viventi pagano comunque Votiva Lux. La ‘pannellata’ cimiteriale non pare conseguire risparmi alle famiglie interessate dal ‘fenomeno’”.
“Non capisco – aggiunge Liberati – perché l’Amministrazione non abbia recapitato nemmeno una delicata informativa agli eredi, laddove presenti: temevano forse che costoro avrebbero eventualmente accampato volgari diritti economici, considerando l’istituto giuridico della concessione del loculo per anni 50 + 50, a suo tempo formalizzata a titolo oneroso? Ma, sopra ogni cosa, tale operazione non pare affatto culturalmente sostenibile. Me ne sono accorto tramite Google Maps”.
L’installazione dovrebbe essere molto recente, non prima del 2013. Liberati scrive: “Non so quando sia successo, ma certo siamo dinanzi a una destinazione d’uso della copertura del padiglione diversa da quella originaria, in un complesso che ha almeno 20 anni. Soffermarsi su questo sarebbe però nulla. Credo soprattutto un luogo sacro come il cimitero vada rispettato con sentimenti veri: non possiamo legare ogni aspetto della vita e del suo compimento a fenomeni speculativi. Se fossi stato ragguagliato, ci avrei forse pensato. Ci sono tuttavia tanti edifici pubblici su cui si potrebbero installare impianti solari: perché allora proprio qui? E perché non avvisarci?”
Il ragionamento del presidente di Italia Nostra Terni è: “Bene risparmiare, ma iniziamo dal rafforzare la campagna contro gli sprechi di energia, già attiva da parte del Comune. E sistemiamo i pannelli laddove è opportuno. Doveva esserci più scrupolo, un empito di pietas nei confronti dei defunti stessi, doverosa deferenza tributata al riposo di chi non c’è più. Quel riposo è stato profanato senza troppi complimenti, sacrificato sull’altare del paganesimo fotovoltaico. A quando l’eolico?”.
“E’ soprattutto il metodo che non va giù: “Non è bello sapere da un computer che un ente locale sta sordamente lucrando sulle ceneri dei nonni: qualcuno dirà ‘E che sarà mai?’ Il sottoscritto è invece indignato dall’ennesima storia minima italica: di tutte le proprietà istituzionali, per produrre energia bisognava proprio scegliere l’urne de’ forti?”.