Terni, Università, Pd e Armillei: “Se Perugia crede davvero nel polo ternano, investa”

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assessore_ArmilleiIl futuro del Polo Universitario ternano continua a far discutere. Solo pochi giorni fa l‘associazione per Terni Città Universitaria aveva lanciato l’allarme parlando di tre corsi (Economia, Ingegneria, Scienze dell’investigazione) a rischio perchè mancano i soldi per pagare i docenti. Oggi scendono in campo il Pd ternano e l’assessore alla cultura Giorgio Armillei.

Dal Pd affondo diretto all’ateneo perugino: “L’università – dice in una nota il Pd – non può limitarsi alla riproposizione di corsi già consolidati in altre sedi vicine, ma deve mirare all’eccellenza nei settori che garantiscono valore aggiunto sia per Terni che per l’Ateneo. Si deve favorire una simbiosi con il territorio, tramite l’integrazione con l’azienda ospedaliera e valorizzando la preziosa esperienza nell’ambito dei materiali e dell’energia. Se l’ateneo perugino non intende cogliere la sfida di un polo realmente d’eccellenza, Terni non può limitarsi a tendere una mano sempre più scarna, ma deve rivolgersi a chi sappia cogliere le reali opportunità in gioco. Le istituzioni devono compiere scelte coraggiose e decisive, anche nel ricercare un partner con cui ricreare quelle sinergie tra alta formazione, ricerca ed industria in grado di consegnare nuove occasioni di crescita e lavoro ai giovani e ad un territorio che ha tutte le carte per tornare protagonista in un contesto internazionale”.

Giorgio Armillei è invece intervenuto con una nota sul suo profilo facebook personale: ” Porre con forza la questione del polo universitario è essenziale per la crescita della città -scrive –  anche il tavolo di lavoro per l’area di crisi industriale dovrebbe capirlo. Qualcuno su quel tavolo stenta invece a farlo. Occorre però uno sforzo di innovazione nella individuazione degli interlocutori e nell’analisi del contesto. Diciamolo chiaramente: l’Amministrazione comunale ha già dato, in abbondanza: 18 mln di euro nel corso degli ultimi anni, guardando al solo conto finanziario e tralasciando quello economico. Altre Amministrazioni pubbliche hanno fatto altrettanto, anche se a dirla tutta il Governo regionale non può facilmente sfilarsi dal gioco, considerando i tavoli negoziali aperti o da aprire e il ruolo che la legge gli riconosce formalmente in tema di programmazione del sistema universitario. Dovrebbe cercare di ragionare in un’ottica macroregionale, per voler fare un esempio tra i tanti. Altri soggetti privati hanno già dato e continuano a dare, con tanto di cabine di regia, anche se sarebbe utile valutare sistematicamente e obiettivamente l’efficacia di quanto si concede. La palla ora sta all’Ateneo: se crede nel ruolo strategico del polo ternano continui ad investire, in risorse umane e finanziarie. Nel corso degli anni la città ha sempre reagito positivamente a questi investimenti e saprà farlo ancora. Nel contesto di un ragionamento strategico va posta poi la questione dell’allargamento della rete universitaria che può sostenere e alimentare il polo ternano. E’ la questione della federazione di atenei per specifici progetti di sviluppo. Ne parlava anche la programmazione MIUR per il triennio 2013-2015. Innovazione nei soggetti e negli strumenti dunque: l’accanimento negoziale ha fatto il suo tempo”

 

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