Mentre passeggiano in città, guardano la tv, fanno jogging al parco, sono in fila alle poste o leggono un articolo di un giornale online, i ternani respirano decine di sostanze chimiche nocive. Nei polmoni finisce piombo, cromo, nichel, idrocarburi policiclici aromatici, benzene ed altre sostanze dal nome inconsueto e dalle conseguenze nefaste. La città di San Valentino è anche tra i 44 luoghi d’Italia oggetto dello studio Sentieri (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) poiché presenta, come gli altri 43, un “sito di interesse nazionale per le bonifiche (SIN)”, cioè l’ex discarica di Papigno. L’indagine era volta a valutare l’impatto sulla salute dei SIN ma i risultati potrebbero essere messi in relazione ad altri inquinanti presenti nei luoghi esaminati. Per quanto riguarda la Conca, come vedremo, quello che emerge dal rapporto Sentieri è un preoccupante eccesso di morti per tumori.
Lo studio dell’Iss non è comunque il solo a mettere in evidenza come i cittadini della Conca paghino con la propria salute l’inconsapevole convivenza con tanti veleni. Ci sono dossier dell’Arpa, appelli di associazioni, pareri di medici e professori espressi di recente e nel corso degli anni passati. Le loro voci si sono spesso levate alte occupando qualche pagina di giornale per poi sistematicamente cadere nel dimenticatoio, chiuse nell’armadietto della cattiva coscienza. E mentre l’eco delle denunce sulle gravi conseguenze per la salute si spegnevano, intanto Terni accendeva un inceneritore dietro l’altro, continuava ad essere inondata di polveri degli stabilimenti delle acciaierie e progettava una viabilità sostanzialmente priva di piste ciclabili. Una combinazione di fattori che non poteva che dar luogo ad un’orgia di polveri sottili permanentemente presenti nell’aria. Una presenza talmente radicata da essere ormai diventata parte integrante dell’ambiente: come spiega una relazione dell’Arpa pubblicata nel maggio 2012, alti valori di Nichel e Cromo sono ormai entrati a far parte anche della composizione dei suoli dell’area ternana.
A partire dal 1995, i livelli di polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) a Terni sono monitorati dall’Arpa Umbria e da questa pagina è possibile consultare le misurazioni e il numero di sforamenti del limite fissato dalla legge in 50 µg/m³ (la legge prescrive anche che in un anno non sia possibile sforare tale limite per più di 35 giorni). Le misurazioni giornaliere e le relazioni annuali restituiscono una grande quantità di superamenti dei livelli prescritti dalle norme. In particolare, a registrare i livelli di polveri fini più elevati, è la stazione di Prisciano e quella di Le Grazie. Mentre per la prima, la causa di tale forte presenza di Pm è stata da subito attribuita alla vicinanza alle acciaierie, per Le Grazie, tra febbraio e aprile 2012, è stato condotto uno studio ad hoc. Nel rapporto conclusivo è affermato che “i contributi maggiori” di polveri sottili “sono dovuti al risollevamento delle polveri dal suolo, all’industria e al traffico, in minor parte al trasporto eolico a lungo raggio, ed infine alla combustione di biomasse e di rifiuti”. Particolare rilievo assume quindi la posizione del quartiere che si trova “sotto vento rispetto al polo siderurgico”. Dopo il dossier dell’Arpa, la situazione a Le Grazie è rimasta del tutto invariata, il Pm10 e il Pm2,5 continuano a rimanere a livelli pericolosamente alti. Nei primi 5 mesi del 2012 la presenza di Nichel è stata addirittura 11 volte superiore a quella che si è registrata nelle altre zone dell’Umbria. Situazione simile per il Piombo (10 volte superiore) e per l’arsenico (quantità doppie). Nel resto delle zone di Terni monitorate, come via Carrara, Borgo Rivo, zona dello Stadio, Maratta, si registrano valori di polveri sottili più bassi ma comunque a volte superiori o molto vicini al limite stabilito dalla legge.
La massiccia presenza di polveri fini nella Conca è quindi un fenomeno accertato che ogni anno, vanamente, si cerca di arginare con il provvedimento delle targhe alterne. Ma di cosa sono composte le polveri che finiscono nei polmoni dei cittadini? Quali sono le invisibili sostanze inquinanti con cui i ternani convivono quotidianamente? Come nel resto dell’Umbria, anche nella città dell’acciaio l’Arpa ha appurato la presenza di sostanze come potassio, carico ionico, idrocarburi policiclici aromatici (a Terni soprattutto costituiti da Benzo[a]pirene, Benzo[ghi]perilene e fluorantene). Rispetto al resto della regione però, Terni presenta livelli molto più alti di cromo, nichel, piombo oltre a ferro, zinco, manganese e titanio. Va detto comunque che i livelli di questi elementi rientrano nei limiti previsti dalla legge (alcuni ci rientrano per un pelo). Un dato comunque non troppo rassicurante poiché, come affermato in “Ambiente e salute Qualità dell’aria e prevenzione” pubblicato dal Registro Tumori Umbro, “Le polveri urbane prelevate in numerose città in tutto il mondo sono quasi sempre mutagene e genotossiche, specie in inverno” e “non esiste dose sicura per i cancerogeni genotossici”. A spiegare il motivo per cui anche minime esposizioni ad agenti genotossici siano pericolose, c’è una relazione della dottoressa Rossella Serra, responsabile dell’Unità Operativa di Prevenzione e Protezione dell’Università di Bologna: “I cancerogeni genotossici sono capaci di interagire con il genoma cellulare, sia della linea germinale che somatica; per essi il meccanismo d’azione più plausibile è quello stocastico per cui non esiste una dose soglia al di sotto della quale non si manifestino gli effetti specifici”.
Per quanto riguarda le fonti di emissione di queste sostanze, a Terni giocano un ruolo da protagonista il traffico e le acciaierie ma si fa sentire anche l’apporto dell’incenerimento (nonostante sia stato drasticamente ridotto nel 2008 dopo la chiusura, ad opera della magistratura, dell’impianto dell’Asm) e il trasporto eolico (parte di polveri fini hanno origine sahariana). Le rilevanti quantità di Cromo e Nichel presenti nell’aria (e ormai anche nel suolo) non stupiscono poiché si tratta di sostanze tipicamente presenti nelle aree dove avvengono lavorazioni siderurgiche. Sempre dalle acciaierie sembra provenire la maggior parte delle emissioni di zinco, manganese, ferro e piombo. Sulla presenza di quest’ultimo giocano un ruolo importante anche il traffico e l’incenerimento. Dal traffico proviene soprattutto Benzo[a]pirene (un pericoloso idrocarburo policiclico aromatico), Benzo[ghi]perilene e fluorantene (altri due idrocarburi policiclici aromatici). L’incenerimento fa invece la parte del leone nell’emissione di potassio, vanadio e, insieme al traffico, di Benzo[ghi]perilene e fluorantene.
Va anche segnalato come di tutta l’Umbria, Terni sia quella che faccia registrare livelli più elevati di benzene, nonostante questi rientrino quasi sempre nei limiti di legge, come constatabile dalle pagine di monitoraggio dell’Arpa Umbria: http://www.arpa.umbria.it/monitoraggi/aria/benzene.aspx. In particolare la quantità di benzene rilevata nel corso degli anni in viale Borzacchini è stata quasi costantemente la più alta, superata soltanto dal centro storico di Amelia e a volte da due zone di Perugia. Livelli rilevanti sono stati registrati anche in via Carrara, piazza Dalmazia e viale Brin.
Oggi lo studio Sentieri sembra restituirci i risultati di tutto questo: rispetto alle altre città d’Italia, a Terni si muore di più per tumori. Il rapporto dell’Iss fa riferimento al periodo compreso tra il 1995 e il 2002. Il breve rapporto a pagina 139 parla chiaro: “Tra gli uomini residenti si è osservato un eccesso della mortalità per tutte le cause e per tutti i tumori rispetto all’atteso; tra le donne si è osservato un eccesso di mortalità per tutti i tumori e per le patologie dell’apparato digerente”. Nelle tabelle dello studio Sentieri viene utilizzato un indicatore statistico definito SMR ID (rapporto standardizzato di mortalità corretto per indice di deprivazione). Per comprendere i dati riportati bisogna quindi capire cosa sia SMR ID: si tratta del rapporto tra il numero di casi di morte osservati e il numero di casi attesi. Detto banalmente, con “numero di casi attesi” si intende il numero di morti che sarebbe normale si verificassero in un determinato luogo. Un SMR ID maggiore di 100 esprime un eccesso di morti (un SMR pari a 200 indica una mortalità effettiva doppia rispetto a quella che sarebbe stato normale si fosse verificata) mentre un SMR minore di 100 indica una mortalità effettiva minore rispetto a quella “normale”.
A Terni, l’SMR ID della mortalità per tutte le cause è pari a 102 sia per gli uomini che per le donne (2% di mortalità generale in eccesso) mentre per quanto riguarda la mortalità per tumori, l’SMR ID è pari a 104 per gli uomini e 105 per le donne (4 e 5% di mortalità per tumore in eccesso). Facendo un semplice quanto brutale calcolo, il dato che emerge dallo studio Sentieri è che l’inquinamento a Terni, tra il 1995 e il 2002, è costato la vita a 61 uomini e 60 donne; in 7 anni sono morte 121* persone a causa di veleni immessi nell’ambiente.
Leggendo i dati dettagliati forniti dall’Iss emergono anche le tipologie di tumori e di altre patologie che hanno causato una mortalità fuori dalla norma nel comune di Terni e colpisce, tra gli uomini, il +7% di tumore della trachea, dei bronchi e del polmone (forme tumorali associate anche all’inquinamento dell’aria), il +19% del tumore della pleura (cancro tristemente tipico delle persone esposte ad amianto), il +16% del tumore alla vescica (associato anche all’esposizione ad agenti cancerogeni industriali), il +5% di linfomi non Hodgkin (da alcuni studi associato anche alla vicinanza ad un inceneritore: http://www.ecceterra.org/index.php?option=com_content&view=article&id=531:aumento-di-rischio-di-linfoma-non-hodgkin-nei-pressi-di-un-inceneritore-di-rsu&catid=87:documenti&Itemid=301), il +2% di malattie polmonari croniche e il +16% di pneumoconiosi (causata dall’inalazione e dall’accumulo di polvere nei polmoni, come amianto, talco, silice, metalli e altro).
Tra i dati che fanno riferimento alle cause di morte per le donne emerge il +5% di tumore della trachea, dei bronchi e del polmone, il +3% di linfoma non Hodgkin, il +17% di linfomi di Hodgkin (uno dei fattori di rischio più importanti per tale tumore del sangue è considerato l’inquinamento ambientale in generale e l’esposizione al benzene in particolare), il +6% di leucemia linfoide (il benzene è inserito tra i fattori di rischio) e il +11% di leucemia mieloide (anche in questo caso l’esposizione al benzene rappresenta un fattore di rischio).
Questi agghiaccianti dati, lo ricordiamo, fanno riferimento al periodo compreso tra il 1995 e il 2002 quando l’inceneritore Asm di Maratta (poi chiuso nel 2008 a seguito di un’indagine della Procura che ha ipotizzato una serie di gravi reati tra cui quello di disastro ambientale) bruciava rifiuti a pieno ritmo. Va anche sottolineato come l’insorgenza di tumori e la morte a causa di questi, possa verificarsi a distanza di decenni dall’eventuale esposizione all’inquinante. Per avere comunque un quadro della tendenza della mortalità per patologie tumorali, Terni Oggi ha consultato il Registro Tumori Umbro, mettendo a confronto i dati del periodo 1995-2002 con quelli del 2003-2010 in modo tale da verificare se negli ultimi 7 anni di cui sono disponibili i dati, ci sia stata una variazione positiva o negativa rispetto ai 7 anni presi in considerazione dallo studio Sentieri. I dati del RTUP fanno però riferimento non solo alla popolazione del Comune di Terni ma all’intero distretto 1 dell’Asl4 che comprende altri comuni minori, per un totale di circa 21 mila persone che si vanno ad aggiungere ai circa 113 mila della Conca. Oltre a quello di Terni, i comuni che fanno parte del distretto numero 1 dell’Asl4 sono Acquasparta, Arrone, Ferentillo, Montefranco, Polino, San Gemini e Stroncone. In attesa di avere dei dati disaggregati per singolo Comune, per capire quale possa essere l’apporto degli altri Comuni del distretto 1 dell’Asl, possiamo considerare uno studio dello stesso Registro Tumori Umbro: “La geografia del cancro in Umbria: incidenza 1978-2008”. Dalla relazione emerge come in gran parte dei comuni in questione si sia registrato un andamento di incidenza tumori simile a quello verificatosi a Terni (un elemento che può far supporre che anche la mortalità per tumori abbia seguito un andamento simile). Un’eccezione è rappresentata da Montefranco che rispetto agli altri Comuni ha fatto registrare degli incrementi maggiori di incidenza di Linfomi, tumori del Pancreas, del fegato, dell’utero e del rene.
Analizzando i soli dati del Registro Tumori Umbro, dal confronto tra i due periodi (1995-2002 e 2003-2010) emerge un quadro ben poco rassicurante. I grafici e le tabelle qui sotto mostrano un incremento complessivo di mortalità per tumori e un aumento di morti per alcune specifiche tipologie, mentre altre forme rimangono pressoché stazionarie:
Almeno una parte degli aumenti di morti per tumore è comunque giustificabile dall’incremento demografico. Nel periodo 1995-2002 in media a Terni hanno risieduto 106.045 persone mentre nel periodo 2003-2010 si è registrata una media di 110.725, cioè una variazione superiore al 4%. Un’analoga crescita si è verificata negli altri piccoli comuni compresi nel distretto 1 dell’Asl4. Le morti complessive per tutte le tipologie di tumori sono aumentate sia per i maschi (da 1856 a 1928 pari ad un incremento di circa il 4%) che nelle femmine (da 1414 a 1440 pari a circa il 2%). A registrare un’allarmante impennata, sono però le morti di donne a causa di tumore al polmone. Nel periodo 1995-2002 i decessi sono stati 111 mentre nel 2003-2010 se ne sono contati 170: uno sconcertante aumento del 53%. I casi di morte per mesotelioma sono raddoppiati nei maschi (da 11 a 22) mentre sono passati da zero a 4 nelle donne, numeri che forse evidenziano come le conseguenze dell’esposizione ad amianto (ritenuta la causa principale del mesotelioma) stiano emergendo con forza nel periodo più recente.
Un’ulteriore conferma della preoccupante tendenza di mortalità per cancro proviene da una pubblicazione del Registro Tumori Umbro “I tumori delle alte vie aero-digestive” che mette a confronto il periodo 1994-1998 con il periodo 2004-2008. In questo caso i dati fanno riferimento alle Asl umbre e l’Asl4 coincide con il territorio provinciale ternano. Anche se si tratta quindi di dati non direttamente confrontabili con gli altri che fanno riferimento ad aree più ristrette, è comunque rilevante notare che, mentre nei territori delle Asl 1-2-3 si registra una marcata diminuzione di morti per tumori alle alte vie aero-digestive, nell’area dell’Asl4, in totale controtendenza, si registrano addirittura degli aumenti come mostrano chiaramente le tabelle estrapolate dalla pubblicazione del RTUP:
In conclusione, sappiamo quanti pareri contrastanti affollino il dibattito circa il ruolo dell’inquinamento nell’insorgenza di malattie e tumori. Non ci sono ancora sufficienti prove ne strumenti idonei per permettere a studiosi e ricercatori di affermare o negare con certezza un gran numero di correlazioni dirette tra inquinanti e cancro ne per valutarne il reale contributo tra i vari fattori (che comprendono fumo di sigaretta, fumo passivo, dieta ecc). Per anni questa sacrosanta verità ha però assunto l’aspetto della foglia di fico di coloro che hanno continuato a permettere l’emissione di grandi quantità di inquinanti. Oggi, la mancanza di alcune dirette e certe evidenze scientifiche non può più costituire un motivo per non mettere in risalto la coincidenza tra alti valori di inquinamento dell’aria e alta mortalità per tumori. In futuro i due fenomeni potrebbero anche rivelarsi tra loro scollegati, o parzialmente scollegati. Sappiamo però che esiste anche la concreta possibilità che le due variabili siano dipendenti tra loro e vadano di pari passo. In attesa che la scienza dia risposte definitive su questo tema, Terni continuerà a rischiare la salute dei propri cittadini perseverando nel saturare l’aria di veleni?
* Precedentemente era stato erroneamente indicato il dato di 108: dai dati dello studio Sentieri emerge invece che il numero di morti in eccesso per tumore è 121.
Sitografia:
Lo studio Sentieri: http://www.epiprev.it/sites/default/files/EP2011Sentieri2_lr_bis.pdf
Opuscolo Arpa Umbria su effetti delle polveri fini: http://www.arpa.umbria.it/resources/documenti/aria/polveri%20fini.pdf
Dossier dell’Arpa su polveri fini in Umbria: http://www.arpa.umbria.it/resources/docs/polvereweb.pdf
Monitoraggio e relazione tecnica del Pm10 nel quartiere Le Grazie: http://www.arpa.umbria.it/resources/documenti/Monitoraggio%20Le%20Grazie_%20Relazione%20tecnica.pdf
Dati demografici: http://demo.istat.it/index.html
Registro Tumori Umbro: http://www.rtup.unipg.it/rtupWebSiteNew/
Relazione dottoressa Rossella Serra su agenti cancerogeni: http://www.unibo.it/NR/rdonlyres/E345C990-D353-4B05-801B-A9EF1A7E20F3/10997/cancerogenirelazione.pdf
Studio pericolosità metalli Università di Trento: http://www.ing.unitn.it/~colombo/metalli_pesanti/intro.html
Effetti sull’uomo esposizione metalli Arpa Umbria: http://www.arpa.umbria.it/canale.asp?id=450
Idrocarburi policiclici aromatici e cancro: http://www.ccl-sc-amb.uniba.it/webipa/pag2c-1.htm
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